Impy Superstar

By Ufficio Stampa Universy Tv on 12:41

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IMPY SUPERSTAR – Missione Luna Park

di Reinhard Klooss e Holger Tappe


Si festeggia il compleanno del piccolo e curioso dinosauro Impy sull’isola di HulaHula, abitata da una particolare comitiva di animali parlanti: Piggy la maialina mamma di Impy, Monty la lucertola, Paki il pellicano e Ping il pinguino. La tenerissima Baboo, una cucciola di panda, è il regalo di compleanno preparato per Impy, che non si mostra particolarmente felice per la sorpresa. Ma sarà proprio grazie al suo aiuto e a quello dei suoi amici e del fantasma scozzese Eddy che Impy riuscirà a sfuggire dalle grinfie di Barnaby, losco impresario che lo vorrebbe come attrazione nel suo parco divertimenti, del suo bulldog e della bella e cattivissima Miss Lee. Una lunga serie di turbolente avventure si susseguono senza sosta per salvare il capriccioso ma dolcissimo protagonista, che intanto sogna di diventare una grande star e di trovare un compagno simile a lui, essendo l’unico anello di congiunzione rimasto fra i mammiferi e i dinosauri.

Da sottolineare, nella versione italiana, la presenza della voce di Marco Carta, trionfatore della scorsa edizione del programma tv “Amici” e neovincitore del Festival di Sanremo, il quale doppia uno degli sceicchi finanziatori del meschino Barnaby e interpreta la cover “That’s the way”, inserita nella colonna sonora del film.

Con “Impy Superstar”, la Germania continua il suo percorso nei film d’animazione computerizzati iniziato nel 2004 con “Back To Gaya”. Reinhard Klooss e Holger Tappe si ingegnano nel portare sul grande schermo per la seconda volta il simpatico Impy, personaggio tratto dai celebri libri per bambini dello scrittore Max Kruse. L’impresa è stata davvero ambiziosa dati i lunghi tempi richiesti dallo sviluppo della sceneggiatura (che non ha niente a che fare con i libri di Kruse, ma che è stata progettata appositamente per adattarsi alle esigenze di un lungometraggio animato completamente al computer) e del digital design.

Di certo, per un pubblico adulto, non sarà come andare a vedere “Shrek” o “Alla Ricerca Di Nemo”, ma bisogna riconoscere l’impegno dell’Europa nel cercare di raggiungere i grandi risultati ottenuti in America nel campo dell’animazione digitale. E sicuramente la trama potrà sembrare molto scontata in diversi punti e le gag ripetitive e banali, ma il tutto sarà ugualmente capace di soddisfare i più piccoli e di conquistarne l’attenzione e le risate.


Graziana Mirabile

Uscita del film in Italia: 27/02/2009
Nazionalità: Germania
Durata: 84'

Anno: 2007
Genere: Animazione

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Inkheart

By Ufficio Stampa Universy Tv on 10:37

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INKHEART – LA LEGGENDA DI CUORE D’INCHIOSTRO

di Iain Softley


Il cuore è d’inchiostro ma la penna non scrive

A metà strada tra “Il mago di Oz” e “La storia infinita”, l’ultimo film di Iain Softley sembra non essere né carne né pesce, fallendo nel tentativo di appropriarsi della magia del film di Fleming, e sforzandosi inutilmente di conferire fascino e mistero al romanzo protagonista della vicenda, finendo tristemente per somigliare alla parodia di se stesso. Eppure elementi validi su cui far leva ce n’erano: il potere del protagonista di far uscire dai libri i personaggi era di per sé un’idea dal potenziale eccezionale, trattata colpevolmente in modo forse superficiale, di certo non soddisfacente. Così come si poteva sfruttare meglio la meravigliosa ambientazione offerta dalla riviera ligure, in particolare nella splendida cornice di Alassio dove il film si sofferma soltanto per pochi minuti. Il cuore del titolo sembra caricato ad inchiostro simpatico: divertente all’apparenza, ma poco funzionale.

Mo (Brendan Fraser) ha il potere di far uscire dai libri i personaggi che vivono all’interno, semplicemente leggendo un brano ad alta voce. Il giorno in cui ha scoperto questo dono è stato però fatale: nel leggere il romanzo fantastico “Inkheart” alla sua bambina di tre anni, Mo fa uscire dalle pagine del libro il malvagio Capricorn, spedendo inconsapevolmente al suo interno la bella moglie Resa, che scompare nel nulla. Tanti anni dopo Mo ritrova “Inkheart” in una bottega tra le alpi: è l’occasione di riportare la sua amata Resa nel mondo reale, ma il malvagio Capricorn, che ha ricreato il suo piccolo regno tra le montagne, vuole invece sfruttare le capacità di Mo per soddisfare la sua smania di potere. Ne nascerà uno scontro tra buoni (reali e di “carta”) e cattivi, un nuovo capitolo di “Inkheart” che non era stato ancora scritto.

Brendan Fraser sembra adagiarsi troppo sugli allori del cinema fantastico (da “La Mummia” fino al recente “Viaggio al centro della Terra”), sottovalutando il suo potenziale da attore drammatico apprezzato in “The air I breathe” (finora il suo ruolo migliore), Paul Bettany al contrario risulta il personaggio più credibile del film, nel ruolo dell’oscuro e nostalgico Dita di Polvere. Helen Mirren è totalmente a disagio in un mondo in cui il suo talento è sprecato, così come è un peccato ammirare Jennifer Connelly soltanto per pochi secondi. “Inkheart” purtroppo non funziona, porta sulle sue spalle delicate il peso di una tradizione fantasy troppo imponente, che ha modellato i gusti del pubblico verso un immaginario molto più esigente, scritto su altre pagine, su tutt’altri libri.

Alessio Trerotoli


Uscita del film in Italia: 20/02/2009
Con : Brendan Fraser, Paul Bettany, Helen Mirren, Jim Broadbent, Andy Serkisears
Nazionalità:USA, Germania, Gran Bretagna
Durata: 106'
Anno: 2008
Genere: Fantasy

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Venerdì 13

By Ufficio Stampa Universy Tv on 07:30

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VENERDI' 13


di Marcus Nispel

C’era una volta un classico

Era il 1980 quando Jason Voorhees, con tanto di maschera e machete, faceva irruzione nell’immaginario collettivo cinematografico e nella cultura pop di fine secolo. Sono passati ben ventinove anni da quel film, un classico per gli amanti dello splatter, e Jason è tornato con tutta la sua furia omicida in altre undici occasioni: dodici film della stessa saga sembrano essere decisamente troppi, eppure la produzione (in mano a Michael Bay) ha pensato bene di proporre l’ennesimo capitolo su Jason, sulla scia dell’entusiasmo per il successo del remake di “Non aprite quella porta” (“The Texas Chainsaw Massacre”, uscito nel 2003). In quest’ottica il film sembra tentare la riproposizione di un classico del cinema horror per le nuove generazioni, senza considerare il fatto che il filone di riferimento (il teen-horror) sembra aver già espresso tutto quello che aveva da dire nei decenni precedenti, probabile causa del flop di ogni tentativo recente, come ad esempio “Shrooms”, che della saga di “Venerdì 13” è senza dubbio figlio.

Quest’ultima versione di “Venerdì 13” offre gli elementi tipici della saga, per la gioia dei fan: il celeberrimo Crystal Lake, il campeggio (ormai in disuso), sesso, droga, sangue e adolescenti in calore. Nell’incipit c’è spazio anche per la mamma di Jason, l’assassina del primo, storico, capitolo della saga, il film inoltre propone la chicca di come Jason abbia trovato la sua famosa maschera da hockey. Purtroppo non basta, come non bastano i seni prosperosi delle giovani vittime di questo film ad evitare di storcere il naso di fronte ad alcune brutture di sceneggiatura.

Una ragazza sparisce insieme ai suoi amici, nei pressi del Crystal Lake di Jason. Il fratello di lei, Clay, si lancia alla ricerca, imbattendosi in un gruppo di ragazzi giunti in riva al lago per un weekend di puro divertimento, tra alcool, sesso e droga. Jason si sa, non ama molto la compagnia, e ben presto scatenerà la sua furia contro i malcapitati, non deludendo i suoi fan in quanto a efferatezza e cattiveria. Il problema degli horror made in USA degli anni 2000 è che sfruttano esageratamente l’utilizzo di effetti sonori sparati a tutto volume per procurare gli spaventi necessari a far portare a casa la pagnotta, senza preoccuparsi del vero ingrediente di cui hanno bisogno i film horror: l’atmosfera (un esempio su tutti l’eccellente “Rec”, il miglior esempio di film horror degli ultimi anni). Forse gli spettatori dell’ultima generazione sono diventati esigenti, ma alzare il volume sul rumore di una porta che sbatte o sull’urto di una sedia è uno stratagemma che non può funzionare in eterno. L’altra faccia della medaglia ci mostra però “Venerdì 13” come un grande classico che si farà strada tra gli appassionati del genere, così come tra i giovani che ancora non si sono avvicinati alla saga, e che lo faranno ora, spinti dalla curiosità. Da questo punto di vista, nello stesso periodo dell’amato/odiato San Valentino, non dovrà sembrare strano trovare gran parte del pubblico a preferire un venerdì 13 al sabato 14: il buon Jason potrebbe rivelarsi la terapia giusta contro la più commerciale delle feste.

Alessio Trerotoli
Uscita del film in Italia: 13/02/2009
Regia: Marcus Nispel
Con : Jared Padalecki, Danielle Panabaker, Amanda Righetti, Travis Van Winkle, Derek Mears
Nazionalità: U.S.A.
Durata: 99'
Anno: 2009
Genere: Horror

Under construction

By StephWithPh on 13:59

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Blog momentaneamente in aggiornamento, abbiate pazienza, se vedete continui cambiamenti è del tutto normale!

Frost - Nixon

By StephWithPh on 01:59

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FROST - NIXON



di Ron Howard


Un’intervista solitamente è un colloquio che un giornalista ha con una persona dalla quale desidera ottenere informazioni o dichiarazioni. Questo è un modo per dirlo, questo è quello che sembra. Delle volte dietro ad un’intervista però si nasconde uno scontro psicologico, un incontro di boxe, una lotta tra caratteri, personalità, senza esclusione di colpi. In quest’ottica il britannico David Frost, presentatore televisivo degli anni ’70, si presenta come lo sfidante, il giovane di belle speranze che cerca il colpaccio contro il campione dei pesi massimi, Richard Nixon, ex-presidente statunitense, che sente dalla sua l’opportunità di riabilitare la sua immagine agli occhi del popolo americano, indignato e tradito dallo scandalo Watergate che obbligò Nixon a dimettersi dalla sua carica politica nel 1974. Le parole che Richard Nixon rilasciò nel 1977 alle telecamere di David Frost divennero l’intervista con più audience della storia della televisione statunitense, basti pensare al fatto che Nixon, per motivi di salute, non fu presente al processo sul Watergate, procurando l’indignazione degli americani che non ebbero la soddisfazione di vedere l’uomo che li aveva traditi sul banco degli imputati.

Ron Howard, nel mezzo dei blockbuster tratti da Dan Brown (“Angeli e Demoni” uscirà in Italia a maggio), riesce a girare una pellicola di grande spessore storico e giornalistico, un gioiello di rara bellezza, affascinante come un film d’azione, dove al posto di battaglie fisiche avvengono soltanto imperdibili scontri verbali. L’intervista tra Frost e Nixon avviene in quattro giorni separati, in cui l’argomento Watergate può essere toccato soltanto nell’ultimo di questi incontri. Una sfida all’ultimo round: Nixon inizialmente schiaccia il suo interlocutore/sfidante utilizzando le sue armi preferite: personalità, aneddotica, carattere, decisione. Come suggerisce Jack Brennan, capo dello staff di Nixon (interpretato da Kevin Bacon), durante la prima intervista Frost sembra lo sfidante che si rende conto dell’insuperabile montagna che ha di fronte, l’illuso che ha appena compreso che tutte le speranze e i sogni che aveva preparato nei mesi precedenti sono in fumo. Richard Nixon infatti chiude all’angolo Frost come un toro scatenato, alternando leggerezza e decisione, rendendo credibile la sua posizione su ogni argomento scottante (il Vietnam, ad esempio) e permettendo alla sua immagine di uscirne a testa alta, da vero presidente degli Stati Uniti d’America. La straordinaria tensione della pellicola è tutta riposta nell’attesa per il quarto round, quell’ultima parte in cui Frost dovrà tirare fuori il meglio di sé, e il peggio di Nixon. E quest’ultima parte, statene certi, vale da sola il film.

Ron Howard si ricopre di nomination, grazie ad un film che fa il paio con il memorabile “Tutti gli uomini del presidente” di Pakula, il film fondamentale sul Watergate, uscito proprio un anno prima dell’intervista tra Frost e Nixon. Un’intervista che, grazie a Ron Howard, ridefinisce la concezione di action-movie.

Alessio Trerotoli

Uscita del film in Italia: 06/02/2009

Regia: Ron Howard
Con : Frank Langella, Michael Sheen, Sam Rockwell, Kevin Bacon, Oliver Platt
Nazionalità: U.S.A., UK, Francia
Durata: 122'
Anno: 2008
Genere: Drammatico, Storico, Biografico

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Operazione Valchiria

By StephWithPh on 10:23

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  OPERAZIONE VALCHIRIA


Valkyrie
di Bryan Singer

In un’antica abitazione di campagna risuona un vecchio 33 giri con la gloriosa “Cavalcata delle Valchirie”: le note di Richard Wagner descrivono l’incedere delle fanciulle mandate da Odino su cavalli alati, la mente del cinefilo va alla guerra psicologica del Romeo Foxtrot di “Apocalypse Now!”, nella testa del colonnello Claus Von Stauffenberg invece si fa strada l’idea per rovesciare il regime di Hitler: utilizzare il cosiddetto Piano Valchirie (un progetto di difesa messo a punto dallo stesso Fuhrer) per effettuare un colpo di stato e mettere fine alla Germania nazista. Il regista Bryan Singer, abbandonati i fumetti (“X-Men”, “X-Men 2”, “Superman Returns”), dopo il grande successo de “I Soliti Sospetti”, si dedica ad un film storico, tratto da una storia vera, caricando il tutto con suspense e una patina di tensione difficile da scrollarsi di dosso.

«Dobbiamo dimostrare al mondo che non eravamo tutti come lui». Con queste parole un gruppo di ufficiali tedeschi, durante la Seconda Guerra Mondiale, si riunisce, tramando nell’ombra, per organizzare un colpo di stato: «Possiamo servire la Germania o il Fuhrer, non entrambi». I partecipanti al complotto infatti avevano aperto gli occhi di fronte alle vergognose azioni del regime hitleriano, unendosi per riabilitare il nome della “Santa Germania” agli occhi del mondo. Per tentare l’impresa, l’uomo scelto è il colonnello Von Stauffenberg (Tom Cruise), un eroe di guerra, braccio e mente del piano che avrebbe dovuto metter fine al Reich di Hitler (il celebre attentato del 20 luglio 1944). Il film è costretto a confrontarsi con il fatto che tutti gli spettatori sanno come è andata a finire la guerra, e che dunque sanno già cosa aspettarsi dal finale: la bravura di Singer però sfrutta questo elemento, spingendo al momento opportuno la suspense sul piano dell’azione piuttosto che su quello narrativo, mostrando l’Operazione Valchiria nel pieno della sua imponente efficienza (“Il colpo di stato siamo noi!”, urla il capo della riserva militare, fino a quel momento ignaro di tutto).

Tom Cruise, nonostante la benda all’occhio, si gode la sua ennesima performance di grande valore, circondato da un cast di esemplari professionisti, tra cui spiccano Kenneth Branagh, Bill Nighy, Terence Stamp, Tom Wilkinson. Un film storico trasformato facilmente in un’operazione mediatica non indifferente: la stampa si è infervorata di fronte ad una versione del protagonista esageratamente eroica (c’è addirittura chi lo ritenesse un antisemita), ponendo inoltre l’accento sul fatto che un manipolo di ufficiali (che al tempo giurarono fedeltà a Hitler) non potesse essere considerato come un movimento di resistenza. Il Von Stauffenberg di Cruise riesce però ad andare oltre ogni polemica, permettendo all’attore americano e al regista di cavalcare assieme alle Valchirie alate della mitologia nordica sopra un successo di pubblico già annunciato.

Alessio Trerotoli

Uscita del film in Italia: 30/01/2009

Regia:  Bryan Singer
Con :  Tom Cruise, Kenneth Branagh, Bill Nighy, Tom Wilkinson, Carice van Houten
Nazionalità: U.S.A., Germania
Durata: 120'
Anno: 2008
Genere: Drammatico, Storico, Thriller

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