Bancs Publics, Festival Internazionale del Cinema di Roma



di Bruno Podalydès

Bruno Podalydès si presenta in sala, alla prima del suo film, con aria allegra, spensierata, anticipato da un’eccitato Mario Sesti (curatore della sezione Extra, che si riconferma anche quest’anno come la più interessante del Festival), visibilmente fiero di aver portato a Roma un film che è un concentrato del cinema francese più puro.
L’esilarante prologo nel quale Podalydès racconta una sua sfortunata ma divertente vicenda a Cannes fa pensare “se il buongiorno si vede dal mattino”. E il mattino fu.
Bancs publics è il film più bello visto finora al Festival; ironico, emozionante, delicato, non annoia nelle sue due ore piene e considerando una mole di attori (circa 86, tra i quali Chiara Mastroianni e Catherine Deneuve) degna di Ben Hur che si intrecciano in un groviglio di storie di vita quotidiana.
Dramma di partenza: al quarto piano di un palazzo di Versailles qualcuno ha appeso un inquietante striscione con scritta a bianca a fondo nero, “Uomo solo”.
Da qui, il film procede dividendosi in tre tempi, il primo dei quali si svolge nel palazzo di fronte, in un ufficio dove Lucie (Florence Muller) e le sue colleghe “fannullone” (come direbbe qualcuno in Italia) se ne accorgono e danno il via a una serie di ipotesi su chi possa essere, cosa voglia dire e perché.
L’indagine coinvolge tutti in poco tempo, dal basso fino al vertice dell’azienda in un susseguirsi di eventi.
In pausa pranzo, l’attenzione si sposta in un parco nella piazza vicina; qui l’atmosfera è più delicata, poetica e personaggi nuovi si inseriscono affiancandosi agli altri.
Tra giochi di bambini, tristi ricordi, amori delusi e sguardi incantati (meravigliosa la parte dei due adolescenti che si fissano per tutto il tempo senza dirsi una parola), il parco si anima di segreti, illusioni, e speranze sotto lo sguardo di un giovane barbone che fa quasi da padrone di casa.
Infine, si scatena il teatro dell’assurdo; l’incrocio di situazioni strane e comiche ha, infatti, il suo apice nel negozio di ferramenta all’angolo (lo stesso Podalydes ne è il proprietario nel film), dove impiegati improbabili e clienti di ogni genere creano momenti di una ilarità coinvolgente, fino al culmine esplosivo che ci accompagna al finale.
Bancs publics, terzo episodio della Railway station trilogy di Podalydès, può essere considerato una delle perle di questa quarta edizione, dondolandoci fino alla fine in una giostra di eventi e personaggi, come nei titoli di coda che girano in cerchio sulla panoramica dall’alto del parco dove si custodiscono segreti ed emozioni.

Patrizio Caruso

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