Villette, staccionate, vialetti, biciclette…insomma la tipica cittadina di provincia americana vista in tonnellate di film e che, come si sa, non offre grandi possibilità a chi ci abita: è qui che si svolge
la vicenda di Middle of Nowhere presentato al Festival Internazionale del film di Roma nella sezione Alice nella città.
Grace (Eva Amurri) è la classica brava ragazza che sogna di entrare all’università e diventare medico; per riuscirci deve trovare i soldi e per questo lavora come bagnina in un parco acquatico (unica attrattiva della ridente città). Vive con la madre Rhonda - interpretata da una fantastica Susan Sarandon, vera madre della Amurri - e con la sorella Taylor (Willa Holland).
Rhonda, madre irresponsabile rimasta vedova, rimprovera costantemente sua figlia Grace di essere “troppo seria” e vive per la figlia minore che vuole diventare modella e in favore della quale sperpera i soldi per l’università di Grace, costringendola a tentare di chiedere un mutuo che non le verrà concesso.
Ma andando avanti il film ci rivela che non tutto è come sembra: Taylor vuole veramente fare la modella o quello è il sogno di sua madre? È forse una profonda sofferenza che porta Rhonda a comportarsi in quel modo?
A sconvolgere la vita di questa famiglia, già di per se atipica, ci pensa Dorian (Anton Yelchin) collega di Grace al parco acquatico.
Dorian figlio adottivo di una famiglia alto borghese, è mandato dai genitori a stare dallo zio a lavorare durante l’estate. Propone a Grace di entrare in società: per far soldi cominciano a spacciare marijuana. Intraprendiamo così un viaggio on the road nella provincia americana dove l’apparenza inganna sempre e comunque: non sono solo i giovani quindicenni a fare uso di droghe leggere ma i “clienti” di Dorian sono insospettabili.
Attorno a questa vicenda si sviluppano tematiche tipiche dell’universo adolescenziale: amore, feste, rapporto con i genitori: un viaggio che traghetta i protagonisti verso l’età adulta.
Il film sviluppa in maniera molto originale argomenti che abbiamo visto trattati in molti film per adolescenti, ma la cosa più sorprendente è la maniera in cui viene trattato l’argomento della droga. Sicuramente non inneggia al consumo delle droghe leggere e i protagonisti vengono, in un certo senso, puniti per il modo in cui cercano di guadagnarsi i soldi, ma è tutto molto leggero, non c’è retorica ne moralismo.
È un film destinato sicuramente a un pubblico giovane ma godibilissimo da tutti sia per la buona qualità che per gli interpretazione degli attori.
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